Avviene quando le temperature scaturite per effetto dell'incendio, all'interno di un comparto chiuso, raggiungono valori prossimi ai 500/600 gradi, il che provoca il fenomeno della pirolisi o piroscissione molecolare dei materiali ivi presenti.
A quel punto i vapori emessi dai materiali in decomposizione (piroscissione) si innescano/accendono tutti improvvisamente (flashover/effetto lampo).
L'ossigeno presente nel comparto, ossia il comburente che combinandosi con il combustibile sostiene la reazione di ossido-riduzione, si consuma rapidamente mentre la temperatura e la potenza termica sviluppate si innalzano considerevolmente.
La rottura dei vetri delle finestre, provocata dal calore, favorisce lo sviluppo di turbolenze e moti convettivi che reimmettono all'interno quantità di aria/ossigeno (comburente) che sostengono adeguatamente il prosieguo dell'incendio, ormai nel pieno della sua fase generalizzata (è la fase immortalata dalla foto).
A questo punto la progressione dell'incendio stesso e la sua energia dipendono dalla quantità e dalla qualità dei materiali che bruciano, presenti nel comparto.
Man mano che i materiali combustibili si esauriscono, decrescono potenza e temperature sviluppate, e l'incendio entra nella sua fase terminale.
Nelle fasi iniziali l'incendio era "controllato dal combustibile", ossia dalla quantità e qualità (tipologia) dei materiali presenti all'interno del comparto.
Nella fase che precede il flashover l'incendio è "controllato dalla ventilazione", ossia dalla quantità di aria e quindi di ossigeno (comburente) presente all'interno del comparto (senza l'ulteriore apporto di aria/ossigeno, l'incendio diventerebbe di natura "covante", con diminuzione di temperatura ed energia ed emissione di forti quantità di monossido di carbonio).

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