lunedì 26 febbraio 2024

Il segno a colonna

La foto sotto mostra, sulla parete verticale, un segno non molto frequente tra quelli generalmente lasciati dal fuoco, il cosiddetto segno a "colonna". 

Man mano che il fuoco, dopo l'innesco, progredisce e si alimenta, i prodotti della combustione vengono trasportati verso l'alto da un "pennacchio" (plume) che assume la forma di una colonna. 

L'intersezione di una parete verticale con la colonna, produce sul muro un segno verticale con lati approssimativamente paralleli.

Poiché la forma del segno cambia quando il "pennacchio" interagisce con il soffitto, i segni a colonna hanno generalmente vita breve, e quindi non sono molto frequenti. 

L'incendio di prova che ha provocato il segno che vediamo nell'immagine, è stato spento prima che il "pennacchio" avesse avuto il tempo di interagire con il soffitto. 

Dopo l'interazione con il soffitto, il segno evolve nel più frequente segno a V. 

Il segno a colonna, quindi, nella sequenza dei segni illustrata dalla semiotica degli incendi, è un segno intermedio tra quello a cono rovesciato (o ad A), tipico della fase incipiente dell'incendio, e il più diffuso e classico segno a V. 

La lettura e l'interpretazione dei segni dell'incendio è una delle operazioni più importanti dell'attività investigativa, in quanto aiuta a stabilire e ricostruire origine, causa e dinamica di un incendio.

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martedì 20 febbraio 2024

Il segno a cono rovesciato

La semiotica degli incendi ci insegna che uno dei segni tipici prodotti dal fuoco sulle superfici verticali (pareti o strutture), è quello "a cono rovesciato", noto anche come Inverted Cone Pattern o segno ad A.

Questo segno è generalmente prodotto da un focolaio di incendio non completamente sviluppato, che si è auto-estinto poco dopo la sua fase iniziale.

Accanto al segno visibile nella foto, si nota la presenza di carta o comunque di materiale combustibile che, bruciando rapidamente, e senza la presenza (a contatto o nelle immediate vicinanze) di altro materiale combustibile, non può che aver prodotto un segno che è tipico dei focolai che si esauriscono presto.

Il segno a cono rovesciato si manifesta, quindi, sotto forma di un triangolo sulla parete, riflettendo la forma della fiamma all'inizio dell'incendio. 

Questo tipo di segno è a volte (ma non sempre) causato da liquidi infiammabili che bruciano sul pavimento, in assenza di ulteriore sviluppo dell'incendio.

Pertanto, il segno a cono rovesciato è un importante indizio semiologico per gli investigatori, poiché può fornire indicazioni sulla natura dell'innesco e sulla dinamica iniziale dell'incendio.

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giovedì 15 febbraio 2024

Il flashover

Una foto didattica che mostra quello che tecnicamente può essere definito un flashover in piena regola.

Avviene quando le temperature scaturite per effetto dell'incendio, all'interno di un comparto chiuso, raggiungono valori prossimi ai 500/600 gradi, il che provoca il fenomeno della pirolisi o piroscissione molecolare dei materiali ivi presenti. 

A quel punto i vapori emessi dai materiali in decomposizione (piroscissione) si innescano/accendono tutti improvvisamente (flashover/effetto lampo). 

L'ossigeno presente nel comparto, ossia il comburente che combinandosi con il combustibile sostiene la reazione di ossido-riduzione, si consuma rapidamente mentre la temperatura e la potenza termica sviluppate si innalzano considerevolmente. 

La rottura dei vetri delle finestre, provocata dal calore, favorisce lo sviluppo di turbolenze e moti convettivi che reimmettono all'interno quantità di aria/ossigeno (comburente) che sostengono adeguatamente il prosieguo dell'incendio, ormai nel pieno della sua fase generalizzata (è la fase immortalata dalla foto). 

A questo punto la progressione dell'incendio stesso e la sua energia dipendono dalla quantità e dalla qualità dei materiali che bruciano, presenti nel comparto. 

Man mano che i materiali combustibili si esauriscono, decrescono potenza e temperature sviluppate, e l'incendio entra nella sua fase terminale. 

Nelle fasi iniziali l'incendio era "controllato dal combustibile", ossia dalla quantità e qualità (tipologia) dei materiali presenti all'interno del comparto. 

Nella fase che precede il flashover l'incendio è "controllato dalla ventilazione", ossia dalla quantità di aria e quindi di ossigeno (comburente) presente all'interno del comparto (senza l'ulteriore apporto di aria/ossigeno, l'incendio diventerebbe di natura "covante", con diminuzione di temperatura ed energia ed emissione di forti quantità di monossido di carbonio).

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